E' la postura ad influenzare le nostre emozioni o sono quest' ultime a determinare la prima? Uno studio recente mostra come modificare la postura del corpo migliora sia l’umore che il proprio livello di energia. In molti già si chiedono: ma è l’emozione sperimentata che determina la postura o quest’ ultima può influire anche sugli stati d’ animo?
Ad oggi il trattamento della depressione o dei vari disturbi dell'umore sono prevalentemente concentrati sui farmaci e sulla psicoterapia
cognitivo-comportamentale, ma viene dedicata poca attenzione agli effetti del
movimento del corpo e della postura. Un recente studio ha esaminato come
la postura del corpo durante il movimento influisce sul livello soggettivo
di energia.
Il professor Erik Peper e il suo team hanno scoperto che
modificare la postura del corpo, assumendo una posizione più eretta, permette
di migliorare sia l’umore che il proprio livello di energia.
110 studenti
universitari hanno valutato il loro livello di energia prima di fare una
camminata: la consegna era quella di procedere per qualche minuto in una
posizione rilassata e di proseguire poi saltellando. Dopo entrambi i tipi di
movimento, rilassato e saltellante, gli studenti erano invitati nuovamente a valutare
il loro livello di energia.
Dopo la camminata rilassata, i partecipanti hanno
sperimentato una diminuzione della loro energia personale, mentre dopo avere
saltellato ne hanno sperimentato un aumento significativo. Nella seconda parte
del test venivano valutati anche i sentimenti e sintomi legati ad un umore
basso dopo i due tipi di camminata. Anche in questo caso gli studenti hanno
riferito di sentirsi più depressi dopo la camminata rilassata, mentre lo erano
decisamente meno quando saltellavano.
In conclusione, cambiando posizione, il livello di energia
soggettivo può essere diminuito o aumentato.
Anche nella cura della depressione quindi
è bene ricordare che, insieme a interventi farmacologici e psicoterapici,
semplici accorgimenti come il cambio di postura mentre si cammina può essere un
valido supporto al miglioramento del tono dell’umore e del senso di energia
personale.
Un’ altra ricerca dimostra che la postura fisica, più
espansa o contratta, (anche condizionata da vincoli ambientali e strumentali
con cui troviamo a convivere) può impattare su variabili squisitamente mentali.
Ad esempio, avere a disposizione una grande scrivania che
consente di allungarsi mentre si sta lavorando o avere un posto guida
mastodontico su un’automobile possono indurre le persone a sentirsi più potenti
e, in chi predisposto, a stimolare un comportamento più disonesto, come
ad esempio violare il codice della strada. Questo è quanto emerge da una nuova
ricerca che include i dati di quattro studi e che è in prossima pubblicazione
sulla rivista Psychological Science.
Oltre che a far venire il mal di schiena e ad attirare i
rimproveri di nonne e mamme, è consolidato che una postura curva è spesso
connessa ad una autostima e a una soglia del dolore più bassi. La ricerca,
della Marshall University in California, condotta da Vanessa K. Bohns e Scott
S. Wiltermuth e pubblicata sul Journal of Experimental Social Psychology,
ipotizza che mantenere la testa alta e le spalle dritte, non solo riduca la
sensibilità al dolore fisico, ma conduca anche ad un maggior benessere
psicologico e ad una visione più positiva e sicura di noi stessi nel rapporto
con gli altri.
I partecipanti dello studio, condotto dal ricercatore S. Wiltermuth,
sono stati sottoposti a due situazioni: in una dovevano mantenere testa e
spalle dritti e farsi misurare la soglia del dolore, nell’altra veniva valutavo
il modo in cui la postura incideva nel rapporto con un interlocutore durante
una situazione stressante come un colloquio. I risultati hanno mostrato che chi
manteneva una posizione “dominante” riusciva a sopportare meglio il dolore e
aveva l’impressione di essere più potente nei confronti dell’altro, di avere la
situazione più sotto controllo e di tollerare maggiormente lo stress rispetto a
chi mostrava una postura dimessa o scomposta.
Secondo i ricercatori mantenere la postura quando si sta
male fisicamente, evitando al contrario di mettersi in posizione fetale,
rannicchiandosi su se stessi, come solitamente si è portati a fare,
permetterebbe di mantenere un senso di controllo sulle proprie sensazioni e di
ridurre il dolore esperito. Lo studio, che si ricollega a ricerche passate, ha
messo in evidenza come il rilascio di testosterone, nelle situazioni in cui si
ha una postura aperta, sia maggiore e come questo sia in rapporto con una
significativa riduzione del cortisolo, l’ormone dello stress, rendendo così una
situazione spiacevole meno dolorosa e più tollerabile.
Lo stress a cui si
allude non è solo quello fisico, ma anche quello emotivo a cui si è costretti
nella vita quotidiana, per questo secondo Wiltermuth, la ricerca potrebbe avere
delle ripercussioni utili anche nella vita di persone con un ridotto senso di
efficacia e potere.
A riguardo, ho studiato dei piani di allenamento personalizzati che permettono di lavorare efficacemente sul tono muscolare e la postura in grado anche di modificare il tipo di
emozioni che sperimentiamo ed in che misura. Da provare...
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