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Tecniche KINESIOLOGICHE per migliorare la CONCENTRAZIONE e l'EQUILIBRIO


  • CONCENTRAZIONE

Concentrazione significa focalizzare la mente su un singolo aspetto, compito, oggetto, in modo da eliminare tutte le interferenze e distrazioni. 
La respirazione e la postura possono aiutarci in questo compito soprattutto all'inizio dove i pensieri continuano a bombardare la mente... L'espirazione prolungata può aiutarci ad eliminarli o allontanarli.
Quindi osservare un oggetto nei minimi particolari,  fotografarlo  mentalmente e poi quando gli occhi sono stanchi, chiuderli, coprirli con i palmi delle mani in un palming ristoratore e portare avanti la visualizzazione dell'oggetto. Questa è un'ottima tecnica per sviluppare ulteriormente la concentrazione.


  • PULIZIA MENTALE

La tecnica di vuotare la mente è molto importante, perchè ci permette di levare di mezzo tutte le interferenze che come le mosche ci ronzano intorno.
La mente deve essere calma, vuota, limpida come uno specchio.  Nessuna paura, non entrerà alcuno spirito immondo... la mente vuota non è una mente debole da zombie... la mente vuota è una mente forte e potente completamente radicata nel qui ed ora... la mente vuota è inattaccabile proprio perchè non ha breccie che permettano l'accesso ad alcunchè.  Non è facile... anzi ci vuole molto sforzo e disciplina... e questo rinforza ancora di più la concentrazione e le nostre capacità... questo sì che ci rende forti, invincibili ed inviolabili a pensieri ed energie negative... proprio come uno specchio che riflette indietro e che lascia passare solo ciò che vogliamo in quel momento.

  • CONCENTRAZIONE E RESPIRO

Per imparare la concentrazione mentale, ci si può allenare concentrandosi sulla respirazione. Un po' come un'evoluzione dell'esercizio precedente, dobbiamo diventare tutt'uno con l'atto della respirazione. Seguiamo l'aria che entra dal naso attraverso le narici, scende già nella trachea e nei polmoni fino gli alveoli... poi di nuovo verso l'alto... Dentro e fuori... In e Out...

La cosa più importante è il controllo della mente. La mente deve rimanere ferma sulla respirazione, senza divagazioni. Può essere utile contare le espirazioni... 1-10 o 10-1 o 100-1. Il numero non ha contenuto emotivo e quindi la mente può rimanere quieta.
Se arrivano dei pensieri... puoi cancellarli ripetendo la frase "Cancel cancel", o allontanandoli, o abbassando il volume dell'audio...(posiziona sempre una mano, o entrambe, sulla fronte, a toccare in modo molto leggero i 2 PUNTI NEUROVASCOLARI DI BENNET del meridiano dello stomaco - Ricorda di non togliere mai le mani dalla fronte mentre applichi la tecnica...aspetta la conclusione positiva dell'effetto rilassante "svuota-memoria").  Ognuno usa la sua tecnica preferita.  Dobbiamo arrivare a creare una calma mentale, un vuoto mentale per almeno 5 minuti... Sembrano pochi... ma tutt'altro... Quando si fa questo esercizio il tempo sembra dilatarsi!!

  • RILASSAMENTO PROFONDO

Per imparare a controllare i nostri corpi... dobbiamo lasciare andare le tensioni in eccesso.  Quindi dobbiamo rilassarci ad un livello molto profondo e per fare questo dobbiamo usare tutti gli stratagemmi possibili.

  • Stretching
Stirarsi e fare stretching aiuta ad eliminare gran parte delle tensioni, quindi qualunque esercizio che ci permetta di scioglierci è di grande aiuto. Stretching, Yoga, esercizi di mobilitazione delle articolazioni, scioglimento, sono un'ottimo inizio per ottenere il rilassamento profondo... da un punto di partenza fisico.


  • Respirazione
La respirazione profonda aiuta a sciogliere le tensioni. Cerchiamo di lasciare andare l'aria, con un'espirazione più lunga dell'inspirazione (rapporto 3:1). Lasciamo che tutte le tensioni se ne vadano con l'aria che esce fuori dai polmoni. Sentiamo l'aria che entra nei polmoni portando nuova energia, attraverso il naso e la trachea... tratteniamola un po' e poi fuuuuuuooooooriiiiiii... con calma e tranquillità....


  • Rilassamento frazionato e visualizzazione
Si tratta di rilassare le diverse parti del corpo passandole in rassegna una ad una, con uno stimolo mentale (visualizzazione) oppure con la massima tensione del muscolo e l'immediato rilassamento: piedi, caviglia, gambe, cosce, ancora le gambe (dai piedi alla vita), l'addome, la bassa schiena, il torace e l'alta schiena, le spalle, le braccia, le mani, la faccia, la testa, la mascella, il collo, ancora il corpo intero... 


  • Massaggio
Il massaggio è sicuramente un ottimo metodo per rilassarsi. Peccato che per farlo ci voglia una persona che svolga il ruolo del massaggiatore... e non è sempre possibile. Ma si può fare un altro tipo di massaggio:  il massaggio mentale! Ovvero possiamo immaginare di venire massaggiati cercando di ricreare con la nostra mente tutte le possibili sensazioni.

  • BRAIN GYM

La kinesiologia educativa - o brain gym - ci aiuta a conoscere il nostro potenziale illimitato attraverso l'integrazione dei due emisferi del cervello. Facendo dei movimenti specifici di integrazione sviluppiamo un processo che insegna alla mente, al corpo ed allo spirito, a lavorare insieme. 

I risultati che si possono ottenere sono: 
- miglioramento della vista e dell'udito
- maggiore facilità nel leggere e nello scrivere (si riescono a risolvere casi di dislessia)
- memoria più efficiente
- aumento della concentrazione
- maggior confidenza in se stessi
- più equilibrio (fisico e mentale)

Ora, molti sanno che i due emisferi hanno compiti, mansioni e particolarità differenti.  Per esempio la parte sinistra è focale, fissa l'attenzione su una zona ristretta di attività, analizza, spezzetta la materia e osserva i dettagli e non si occupa dell'intero ma il suo trattamento è piuttosto sequenziale; combatte, si sforza di esercitare un controllo cosciente, esprime l'io, è espressiva. E’ la sede del linguaggio e dell'ascolto, della paura e della preoccupazione.  La parte destra invece è più diffusa, nel senso che non si concentra su un punto ma su una vasta area, il suo punto di vista è olistico.
Osserva l'immagine di fondo, sintetizza il tutto, non si occupa del particolare. Il suo trattamento è simultaneo, capisce le relazioni multiple, spaziali, si interessa al ritmo ed al flusso invece della logica.
E’ la sede delle reazioni automatiche, dell'istinto di sopravvivenza, è un area molto ricettiva ed impulsiva. La vista è trattata in prevalenza dall'emisfero destro, ma è anche la sede del dolore e della tensione.
Se è vero che i due emisferi svolgono delle mansioni differenti, è altrettanto vero che essi sono strettamente complementari e necessari l'uno all'altro. Senza l'uno l'altro perderebbe il suo significato, la sua ragion d'essere. La relazione e l'integrazione dei due emisferi è essenziale, e quindi a sua volta le vie nervoso che garantiscono questa relazione.  Il Brain-Gym aiuta precisamente questa integrazione.

Spesso per dello stress o per dei movimenti sbagliati i due emisferi "comunicano male" cioè con poco successo ed uno dei due prende il sopravvento. Si tende dunque a razionalizzare troppo, a farsi prendere dalla paura oppure a reagire per abitudine senza riflettere, vedendo tutto nero. Il Brain-Gym aiuta a ristabilire l'equilibrio perso, attraverso degli esercizi di coordinazione corporea. 

IL CROSS-CRAWL

Il più semplice di esso è di far incontrare il gomito sinistro con il ginocchio destro (piegano il dorso ed alzando la gamba) e poi il gomito destro con il ginocchio sinistro e quindi continuare ad alternare questi movimenti finché si vuole (non ci sono controindicazioni). 

In alternativa si possono eseguire questi esercizi:


Per rafforzare l'effetto si potrebbe fissare una croce (X) riprodotta su un foglio. 
Se non credete che non ci sia equilibrio tra i due emisferi, provate a fare questo semplice esercizio ad occhi chiusi per almeno un minuto. A molti capita di trovarsi a guardare in un'altra direzione quando riaprono gli occhi perché hanno girato in tondo mentre facevano l'esercizio. 


Un'altro esercizio è DISEGNARE UN DOPPIO CERCHIO NELL'ARIA in un percorso a "8" come da foto:


  • LA TECNICA DELLO SWITCHING

Prima di iniziare ricordati sempre di bere un bicchiere abbondante di acqua fresca (meglio se minerale naturale). Qualora avessi bevuto del caffè nell'arco della precedente mezz'ora ti invito a bere qualche sorso in più.
Procedimento:
1.              Massaggiare simultaneamente ed intensamente con la punta delle dita di una mano i punti 1 e 2 (Rene 27 - PUNTI ROSSI) mentre l’altra mano sta aperta appoggiata sulla pancia all’altezza  dell’ombelico. Il massaggio deve durare per almeno 30”, o finchè perdura un senso di dolore. Poi invertire la posizione delle mani e ripetere il massaggio.
2.              Massaggiare simultaneamente ed intensamente i punti 3 e 4 sopra e sotto le labbra (VasoGov.26 e VasoConc.24 - PUNTI VIOLA)  mentre l’altra mano sta sull’ombelico come nel punto 2. Seguire le stesse indicazioni del punto 2 per quanto riguarda la durata del massaggio e l’inversione della posizione delle mani.
3.             Massaggiare simultaneamente ed intensamente con una mano il punto 5 nellla zona sovrapubica (circa 4/5cm sotto l’ombelico) tenendo il pollice di quella mano a contatto con l’ombelico (VasoConc.8 - PUNTO VERDE)…con l’altra mano massaggiare il coccige (punto 6) (VasoConc.2 e VasoGov.2 - PUNTI BLU). Anche in questo caso seguire le stesse indicazioni del punto 2 per quanto riguarda la durata del massaggio e l’inversione della posizione delle mani.




  • LA TECNICA DELLE 3 PERCUSSIONI


Tali percussioni danno rapidamente vitalità ed energia a tutto il corpo.

RENE 27
Questi punti si trovano leggermente sotto le clavicole, vicino allo sterno, dove c'è un piccolo incavo. Picchietta o massaggia... va bene ugualmente, tieni conto che il punto potrebbe essere un po' doloroso se congestionato, massaggia finchè non va via il dolore. Più volte al giorno puoi picchiettare questi punti per ristabilire il flusso corretto dell'energia.

IL TIMO
Indicato con il giallo in figura, sotto allo sterno, si trova la ghiandola del timo. Picchiettare questo punto serve ad aumentare la risposta immunitaria dell'organismo, ad incrementare l'energia e la vitalità, a combattere lo stress. Aiuta a prevenire e combattere influenza e raffreddore, stimolando le difese del nostro organismo.

PUNTI NEUROLINFATICI DELLA MILZA
Si trovano sulla parte terminale del meridiano della milza ed il picchiettamento di questi punti, situati sotto la regione mammaria (quindi sotto il seno... anche per gli uomini)Picchiettare la milza stimola il sistema immunitario, armonizza gli ormoni, rimuove le tossine, combatte le infezioni, migliora il metabolismo.Si tratta di picchiettare o massaggiare intensamente la 27esima coppia di punti del meridiano del rene della medicina cinese, cioè i punti terminali del meridiano... (nella foto indicati in azzurro) per aumentare il flusso energetico, pensare più lucidamente, dare vitalità (soprattutto quando si deve andare avanti nonostante il sonno e la stanchezza), aumentare la risposta immunitaria, liberarsi dalle malattie ed anche evitare i problemi legati al cambio di fuso orario (jet lag). 






Basta un peso per stare meglio!

«Allenarsi con i pesi non è divertente». Quante volte avete sentito questa frase pronunciata da amiche o amici. Eppure, ricerche passate e recenti indicano che i pesi sarebbe meglio farseli amici per un sacco di buoni motivi. «Il muscolo è uno dei principali consumatori d’energia del corpo umano, ma lungo il corso della vita tutti noi siamo soggetti a ciò che Irwin Rosenberg, dell’Università di Boston, ha definito “sarcopenia”, ossia la perdita di massa e funzione muscolare che avviene con il passare dell’età - illustra molto bene Fabrizio Duranti, che nel suo libro “Le 100 regole del benessere” (Ed. Sperling & Kupfer) ha dedicato parecchi capitoli proprio all’importanza della pesistica nella ricerca della salute». «Il miglior modo per prevenire e contrastare la sarcopenia - continua Duranti - è il regolare allenamento con i pesi. Manubri e bilancieri sono in grado di agire anche in età molto avanzata, come dimostrato fin dal 1994 da una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine». Il consiglio è quello di associare al regolare allenamento aerobico due allenamenti settimanali con i pesi, ognuno di 45-60 minuti.



Un aiuto contro le malattie cardiovascolari

I benefici dati dai pesi sono molti. Anche a livello del sangue. Prendiamo l’omocisteina: «E’ un amminoacido che se presente nel sangue a livelli troppo alti diventa un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e forse anche per la malattia di Alzheimer, come indicato da recenti studi - spiega Fabrizio Duranti -. Il tasso di omocisteina aumenta in presenza di una carenza di vitamine come l’acido folico e la vitamina B12. (l’acido folico è abbondante nelle foglie verde scuro, nel lievito, nel germe di grano, nei fagioli). Secondo un recente studio, per combattere l’iper-omocisteina è utile aggiungere alla cura dell’alimentazione anche un regolare allenamento con i pesi». Lo studio è stato condotto dall’Università della Virginia su due gruppi: chi si allenava con i sovraccarichi, che si trattasse di persone di peso normale o di obesi, alla fine è risultato con livelli di omocisteina più bassi nel sangue.


Più memoria a qualsiasi età

Anche il cervello ne riceve benefici: a partire dai 30 anni, infatti, comincia a perdere ogni giorno un certo numero di neuroni in modo progressivo. Gli esperti consigliano generalmente una sana alimentazione, uno stile di vita attivo e la cura di hobby e di interessi. Ma la novità più eclatante è quanto ha messo in luce uno studio realizzato dal Dipartimento di psicologia dell’Università di Brandeis (Massachusetts, Usa) su un gruppo di anziani. Bene, chi praticava regolarmente i pesi ha dimostrato di avere una più alta capacità di memoria.


Per conservare la densità ossea e controllare il diabete

Va ricordato poi che l’allenamento con i pesi è in assoluto l’attività fisica migliore per conservare la densità ossea e prevenire l’osteoporosi, come dimostrato dal Pacific Medical Center di Seattle fin dal 1994. Quanto a chi soffre di diabete di tipo 2, è risaputo che la regolare attività aerobica è un ottimo metodo per migliorare il metabolismo del glucosio e controllare così il problema. Ma recentemente si è visto che abbinando la corsa a esercizi di body building si riesce ancor più a migliorare il metabolismo del glucosio.


Bastano tre ore alla settimana, divise in due volte

Per riassumere: volete mantenere con i pesi un’ottima forma e combattere l’invecchiamento? La strada ottimale è quella di allenarsi, mediamente, due o tre volte la settimana per un massimo di 3 ore settimanali, tenendo conto che nella terza settimana non dovrete per niente allenarvi. Questo è il metodo più diffuso e viene insegnato presso l’Università di Torino.

Il SOLLEVAMENTO PESI serve anche a DIMAGRIRE – Una ricerca lo dimostra


La tecnica del sollevamento pesi e del bodybuilding è stata spesso giudicata inefficace nel raggiungimento di una forma fisica ideale, se non nell'ottica di irrobustire la figura. Per molti, quindi, tale attività ginnica viene considerata solo come un vanitoso sfoggio di muscoli.
Si tratta di un mito da sfatare, anche perché più muscoli significano un metabolismo più alto e veloce, e quindi la capacità di bruciare calorie più in fretta.

E’ efficace quanto la corsa nel bruciare le calorie, ma è più efficace della corsa nel far sì che le calorie bruciate provengano dai grassi e non da altre forme energetiche.

Uno Studio della Boston University School of Medicine ha posto sollevamento pesi e jogging sullo stesso piano: entrambi presentano infatti gli stessi benefici effetti nel bruciare calorie e nello scongiurare il rischio di diabete. 
Sono stati studiati dei topi creati in laboratorio con un particolare gene che, una volta attivato, ha dato loro muscoli simili a quelli prodotti dal sollevamento pesi. I ricercatori hanno visto che, disattivando il gene, i topi alimentati con una dieta da fast-food ricca di grassi e zuccheri diventavano obesi in breve tempo sviluppando inoltre problemi al fegato.
Al contrario, se attivato, il gene faceva bruciare il grasso in eccesso e preveniva anche il diabete di tipo II aiutando i topi a regolare l’insulina anche senza aumentare la loro attività fisica.

Il segreto - secondo i ricercatori - sta proprio in particolari tipi di muscoli che si sviluppano con il sollevamento pesi, che consentono di bruciare energia anche se non si pratica molta attività fisica.


Si tratta di una scoperta che potrebbe essere particolarmente utile per le persone anziane, che possono avere problemi con la corsa. Il sollevamento pesi, infine, fornisce altri effetti salutari, sia sul lungo termine (irrobustisce le ossa), sia sul breve periodo (tonifica il corpo). Il tutto, ovviamente, deve essere sempre abbinato ad un corretto regime alimentare e a sane abitudini di vita.

FONTE: Research Suggests Weight Training Equals Weight Loss 



ANCORA UNA COSA...

Per il dimagrimento non basta solo la dieta!!!

Un «sistema di sicurezza» interno fa conservare l'energia anche in situazioni di carenza di calorie, riducendo l’effetto dimagrante della sola restrizione calorica.

Non basta soltanto mettersi a dieta ma è necessario anche l’esercizio fisico.
A spiegare uno dei possibili meccanismi responsabile degli scarsi risultati che si ottengono con la sola restrizione calorica è uno Studio pubblicato sull’American Journal of Physiology,condotto dai ricercatori dell’OregonHealth & Science University
Gli scienziati americani sono giunti a tali conclusioni studiando il comportamento di 18 femmine di scimmia (macaco rhesus), dopo averne diminuito del 30% l’apporto calorico. Dopo 4 settimane di dieta non è stata registrata alcuna significativa perdita di peso nelle scimmie, mentre è stata riscontrata una notevole diminuzione della loro attività. I livelli naturali di attività fisica, quindi, hanno cominciato a diminuire subito dopo l’inizio della restrizione calorica: quando quest’ultima è stata ulteriormente abbassata per 4 settimane successive, l’attività fisica delle scimmie è diminuita ancora. Risultati diversi sono stati ottenuti da altre 3 scimmie alimentate normalmente, ma indotte a svolgere un’ora di esercizio fisico al giorno: in questo modo esse hanno ottenuto una perdita di peso significativa.
In pratica, la sola riduzione calorica non porta a grandi risultati perché tende a diminuire il metabolismo basale, per cui l’organismo brucia meno calorie e quindi non si dimagrisce in modo rilevante. 
Le ricerche hanno ormai assodato che l’approccio ideale per affrontare l’obesità deve essere multidisciplinare e integrato: si deve intervenire con una terapia cognitivo-comportamentale per motivare il soggetto a dimagrire e a correggere abitudini sbagliate ormai consolidate, e al contempo va attuata un’educazione alimentare e praticata l’attività fisica.
Il movimento è fondamentale perché permette di attivare tutta una serie di meccanismi molecolari che portano alla formazione di nuovi mitocondri, che sono il motore delle cellule. 
FONTE:




L’Età Non Influisce sul Peso Forma: Basta Impegnarsi!

L’avanzare dell’età determina molti cambiamenti fisici, ed anche l’aumento di peso viene spesso attribuito al processo di invecchiamento del nostro organismo. 


Tanti fattori concatenati che modificano il corpo, le sue funzionalità, l’aspetto, e l’agilità. 

Ma il sovrappeso, anche se strettamente legato all’invecchiamento, si può combattere? 

Sicuramente si; anche se quasi tutti entriamo nella fase di invecchiamento già fuori forma per via della vita che conduciamo, troppo supportata dalle comodità che ci regalano solo  la mancanza di attività fisica e un conseguente calo fisico, perdita di tonicità dei muscoli, pigrizia, scarsa volontà a fare movimento.

Le attività oggi vengono svolte tutte con supporti tecnologici: guidare una macchina nel traffico, stare seduto davanti al computer o guardare la televisione per ore, pulire la casa con gli elettrodomestici; una vita sedentaria che favorisce indubbiamente l’aumento di peso. 

Aumentare di peso non deve essere una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento. 

Una persona può combattere l’aumento di peso, integrando il lavoro con l’esercizio quotidiano.

Ma non voglio cadere nella banalità (e scorrettezza...) di chi continua a sostenere che basta camminare per mezz’ora al giorno o un pò di corsa, nuoto,escursioni a piedi o in bicicletta per costruire o rafforzare la muscolatura.

Per sostenere e tonificare il corpo e soprattutto per gestire le variazioni ormonali indotte dall'età è necessario dedicarsi all'attività di sollevamento pesi in palestra, eventualmente abbinato ad altre attività come lo yoga o il pilates, attività a corpo libero per mantenere l'elasticità muscolare e la capacità propriocettiva (gestione dell'equilibrio e della stabilità). 

Ovviamente, non improvvisatevi atleti quando non lo siete ed affidatevi soprattutto ad un buon allenatore e personal trainer, che, oltre a mostrarvi la corretta esecuzione dei movimenti, costruisca una scheda di allenamento SU MISURA, personalizzata ed "organizzata" per farvi raggiungere gli obiettivi che stabilite con lui STEP BY STEP, cioè passo dopo passo.

Ricordatevi che, nel bene e nel male, l'età influisce solo SUI TEMPI di raggiungimento dei vostri obiettivi...null'altro!
Ma il fatto che ci voglia un pò più tempo e pazienza, non vuol dire che non si possa più costruire muscoli (ed irrobustire le ossa...) dopo una certa età. NON E' VERO!

Voi ponetevi degli obiettivi; e poi sceglietevi un bravo professionista a cui affidare il compito di darvi delle risposte credibili e realizzabili. Io sono disponibile presso vari Centri della mia zona ma anche per una consulenza on-line via mail. Potete contattarmi in qualsiasi momento e vedrò di rispondervi prima possibile.

Ancora una cosa...

Dieta e nutrizione sono fattori chiave quando si tratta di un metabolismo in cammino verso l’ invecchiamento.
Gli esperti dietologi raccomandano di mangiare piccoli pasti più spesso durante la giornata. 
Per esempio, invece di mangiare tre pasti molto abbondanti al giorno, è consigliabile dividere in quattro o cinque porzioni molto piccole. Questo permette al corpo di bruciare rapidamente le calorie consumate, invece di dover smaltire in una sola volta grandi quantità di calorie inutilizzabili, accumulate da un pasto abbondante. Una cosa da evitare assolutamente è mangiare pasti abbondanti prima di andare a letto, questo porta ad un aumento di peso maggiore e veloce. Specialmente a cena devi prestare attenzione a ciò che consumi, questo punto ha grande importanza. Quando si è giovani, è più facile e meno problematico mangiare nei fast food, il famoso cibo spazzatura, troppo ricco di grassi. 
Quando si invecchia invece il corpo ha bisogno di nutrizione eccellente, leggera e ipocalorica, anche a beneficio del cuore e delle arterie.
Se anche per te è iniziato il processo di invecchiamento, è importante che tu sappia riconoscere che il corpo non è più quello di una volta, il cambiamento va accettato serenamente. Tuttavia, questo non significa che tu non debba prenderti cura di te, o che l’aumento di peso è inevitabile e che la buona salute e l’idoneità del tuo organismo non sono più possibili. A meno di gravi condizioni di salute, un corpo in forma e sano può essere ottenuto e mantenuto da giovani come da anziani con l’impegno a una sana alimentazione e a un sano stile di vita.


INSONNIA - L'aiuto ci arriva dalla CUCINA

Pane, pasta e riso ma anche lattuga, radicchio, aglio e formaggi freschi, uova bollite, latte caldo e frutta dolce favoriscono il sonno e aiutano l’organismo a rilassarsi  mentre alimenti conditi con curry, pepe, paprika e sale in abbondanza ed anche salatini, alimenti in scatola e minestre con dado da cucina rendono piu’ difficile addormentarsi. 


E’ quanto afferma la Coldiretti in accordo con l'Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) e la Wasm (World Association of Sleep Medicine).


Sono circa 12 milioni gli italiani che soffrono di disturbi del sonno che aumentano con il cambio di stagione provocando pericolosi effetti sulla salute e sulla qualità della vita con stanchezza diurna e anche depressione. 

L’alimentazione - riferisce la Coldiretti - e’ in stretto rapporto con il sonno, infatti, ci si addormenta difficilmente a digiuno o comunque non sazi, ma anche nei casi di eccessi alimentari, in particolare con cibi pesanti o con sostanze eccitanti. 

La Coldiretti ha stilato un vademecum degli alimenti utili per conciliare un buon sonno e di quelli da evitare come, soprattutto la sera, cioccolato, cacao, the e caffe’ per la presenza della caffeina, oltre ai superalcolici che inducono un sonno di qualità cattiva con risveglio al mattino. Innanzitutto - avverte la Coldiretti - a cena e’ fondamentale evitare cibi con sodio in eccesso per cui vanno banditi alimenti con curry, pepe, paprika e sale in abbondanza, ma anche salatini e piatti nei quali sia stato utilizzato dado da cucina. Anche gli alimenti in scatola per l’eccesso di sodio e di conservanti sono da tenere lontani. 

Esistono invece cibi - evidenzia la Coldiretti - che aiutano a rilassarsi: innanzitutto pasta, riso, orzo, pane e tutti quelli che contengono un aminoacido, il triptofano, che favorisce la sintesi della serotonina, il neuromediatore del benessere e il neurotrasmettitore cerebrale che stimola il rilassamento. Ok nella dieta serale anche a legumi, uova bollite, carne, pesce, formaggi freschi. 

La serotonina aumenta con il consumo di alimenti con zuccheri semplici come la frutta dolce di stagione. Tra le verdure - ricorda ancora la Coldiretti - al primo posto la lattuga, seguita da radicchio rosso e aglio, perchè le loro spiccate proprietà sedative conciliano il sonno, ma anche zucca, rape e cavoli. Infine, un bicchiere di latte caldo, giusto prima di andare a letto, che oltre a diminuire l’acidita’ gastrica che puo’ interrompere il sonno, fa entrare in circolo durante la digestione elementi che favoriscono una buona dormita per via di sostanze, presenti anche in formaggi freschi e yogurt, che sono in grado di attenuare insonnia e nervosismo. 


Infine - conclude la Coldiretti - un buon dolcetto ricco di carboidrati semplici ha un’azione antistress, cosi’ come infusi e tisane dolcificati con miele che creano un’atmosfera di relax e di piacere che distende la mente.



FONTE: 

DORMIRE POCO può aumentare i PROBLEMI CARDIOVASCOLARI

Le persone che soffrono di e chi fa le ore piccole dormendo cinque ore, o meno, a note hanno un rischio maggiore di contrarre qualche malattia legata all'apparato cardiovascolare. 

Questa è la conclusione di uno studio realizzato presso l'Università di Warwick in collaborazione con l'University College di Londra. 
I risultati della ricerca sono stati presentati dal professor Francesco Cappuccio, uno degli autori dello studio, in occasione del congresso della British Sleep Society (Cambridge - Settembre 2007).

La ricerca, che ha avuto una durata totale di 17 anni, ha esaminato i profili del sonno di 10.308 dipendenti pubblici con un'età compresa fra i 35 e i 55 anni. Durante il periodo di osservazione sono stati richiamati per alcune visite di controllo due volte, tra il 1985 ed 1988 e tra il 1992 e 1993. I ricercatori, una volta scremati i dati tenendo conto di vari fattori come l'età, il sesso, lo stato civile, la professione, ecc., hanno concluso che chi riduce il sonno da sette a cinque ore a notte ha un rischio anche doppio di incorrere in un problema cardiovascolare fatale, rispetto a chi dorme, come suggerito, sette ore a notte.

Questa ricerca è particolarmente importante in quanto per la prima volta si è dimostrato scientificamente una correlazione fra sonno-veglia e mortalità per malattie cardiache. Anche se bisognerà condurre ulteriori studi per comprenderne i motivi, si ipotizza che il sonno possa incidere negativamente sulla pressione sanguigna considerata la prima responsabile delle malattie cardiovascolari.
Il professor Francesco Cappuccio evidenzia che i problemi legati al sonno sono tipici delle società industriali, ci sono maggiori casi di insonnia ma a volte è una scelta volontaria che spesso è dovuta al taglio delle ore di sonno per avere più tempo da dedicare allo svago o al lavoro a turni, situazioni che portano a astenia, stanchezza e sonnolenza eccessiva durante le ore diurne.
La salute però non ne risente solo se si dorme poco, Cappuccio fa notare che anche le persone che dormono abitualmente più di otto ore a notte presentano dei rischi di morte ugualmente superiore di due volte.


Dormire poco, o eccessivamente, non è quindi un bene per il nostro organismo. Uno studio precedente condotto presso la Case Western Reserve University (Cleveland), e presentato all'American Thoracic Society International Conference (San Diego - Maggio 2006), dimostrò che le persone che dormono in media cinque ore a notte hanno un rischio pari al 32 per cento in più di ingrassare in modo significativo negli anni, e un rischio del 15 per cento più alto di divenire obese. Le persone che dormono troppo possono invece nascondere stati depressivi, emarginazione sociale o, in casi gravi, forme di debilitazione dovuta a varie patologie. 

FONTE:

DORMIRE DI PIU' si ingrassa di meno - LA SCIENZA LO DIMOSTRA

Che dormire sia indispensabile per rivitalizzare la mente e recuperare le forze è una cosa risaputa da tutti, quello che forse non si sa è che se non si dorme per un certo numero di ore ogni notte, potrebbe essere più difficile perdere peso. 


Il metabolismo è il legame fra ore di sonno e perdita di peso, dormire poco in certi casi potrebbe abbassare infatti il livello di metabolizzazione dei cibi con conseguenze sulla linea.

Sanjay Patel, del Case Western Reserve University (Cleveland), è il coordinatore dello studio che ha esaminato il legame fra sonno e peso, alcuni dettagli della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of the American Medical Association, inoltre se ne è discusso molto durante il congresso della American Thoracic Society tenutosi a San Diego.
In sintesi, stando a quanto riscontrato durante la ricerca, dormire in media non più di cinque ore a notte, nel lungo periodo è associato all'aumento di peso rispetto a chi, invece, dorme una media di sette ore ogni notte
Una teoria che non era nuova e che in seguito alle conclusioni degli studi coordinati da Patel ha riacceso l'attenzione di ricercatori e riviste scientifiche.

Ricerche precedenti avevano fatto constatare che la diminuzione delle ore di sonno, ma anche un eccessivo aumento, portavano a uno sconvolgimento dei delicati equilibrio ormonali, in particolar modo si riscontrò un aumento dell'ormone gastrointestinale grelina e una diminuzione della leptina, l'ormone soppressore della fame secreto dal tessuto lipidico conosciuto anche come ormone "spezza-fame". Si era inoltre dimostrato che la perdita di sonno portava a un'alterazione delle capacità della leptina di segnalare con precisione il bisogno calorico con conseguente aumento di appetito e in particolar modo di carboidrati.

Dal 2000 a oggi ci sono stati almeno 12 studi epidemiologici di notevole importanza riguardanti il legame fra ore di sonno e peso, in quasi tutti i casi è stato dimostrato che le persone che dormivano di meno di sette ore per notte riportavano un indice di massa corporea maggiore. Inoltre una parziale privazione di sonno altererebbe le funzioni immunitarie, metaboliche ed endocrine dell'organismo.

Lo studio realizzato da Patel porta alla luce nuovi fattori molto importanti per comprendere l'effettiva importanza delle ore di sonno in relazione al peso. Secondo il ricercatore, più di concentrarsi su una relazione diretta fra il dormir poco e il mangiare di più (studio condotto dagli scienziati dell’Università della Pennsylvania), l'aumento di peso andrebbe ricercato in un'alterazione del metabolismo, sostiene infatti che non dormire un numero di ore sufficienti porti ad un successivo abbassamento del metabolismo basale, l'energia utilizzata da un individuo in condizioni di riposo mentale e fisico.

Per un periodo di 16 anni, Patel ha esaminato circa 70.000 donne arrivando alla conclusione che non vi era nessun dato a supporto del fatto che dormire meno sia associato a diverse abitudini alimentari. Il ricercatore ha notato che le donne che dormivano in media cinque ore a notte avevano il 32 per cento di probabilità in più, rispetto a quelle che ne dormivano almeno sette, di aumentare di peso (mediamente 15 Kg) e un rischio del 15 per cento più alto di divenire obese nell'arco di 16 anni.
Secondo Patel, a differenza di quanto si era ipotizzato in studi precedenti, né la dieta né l'attività fisica delle donne possono spiegare il differente aumento di peso. Si è quindi dimostrato in modo del tutto inopinato che le donne che dormono poco non mangiano di più e non hanno una dieta diversa da quella delle donne che dormono di più, inoltre non sono emerse particolari differenze per quanto riguarda l'attività fisica in grado di spiegare tali risultati.

Per il momento non si ha ancora una risposta totalmente certa del perché una differenza di poche ore di sonno possano essere associate ad un aumento di peso, l'ipotesi più accreditata secondo i ricercatori è che ci sia un'influenza del metabolismo basale.

Se questa ipotesi fosse confermata da ulteriori studi, è quindi fondamentale dormire bene se si vuole perdere peso. Se si considerano due persone che svolgono la stessa attività fisica, un'alterazione del metabolismo basale porterebbe a bruciare di meno e di conseguenza a ingrassa pur mangiando non diversamente da chi dorme di più. 


FONTE:






Un pò di ZENZERO dopo l'allenamento - Le virtù di questa radice

La radice ha effetti positivi su crampi, dolori muscolari, traumi e recupero post allenamento


Lo zenzero (Zingiber officinale) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente.

Il rizoma contiene i principi attivi della pianta: olio essenziale (composto in prevalenza da zingiberene), gingeroli e shogaoli (principi responsabili del sapore pungente), resine e mucillagini, e presenta in modo più pronunciato il sapore e l'aroma tipico che lo vedono ampiamente utilizzato come spezia, specie in forma essiccata e polverizzata, o fresco in fette sottili. Gli stessi sono in misura minore contenuti anche nel legno di zenzero, utilizzato ad esempio per spiedini, soprattutto di pesce. Nella cucina giapponese lo zenzero è normalmente servito in forma caramellata con il sashimi. Nelle varie cucine indocinesi è spesso utilizzato anche nella preparazione di zuppe e piatti con salse. Il rizoma fresco, con l'ebollizione, consente la coagulazione del latte come altre sostanze di origine animale o vegetali (caglio) ed è largamente impiegato anche nella preparazione di tisane[1]. Entra nella preparazione della bevanda analcolica nota come ginger ale e in una varietà del cioccolato modicano. L’uso dello zenzero (“gengiovo”) nella manifattura dolciaria fiorentina di età medievale è attestata dalla sesta novella dell’ottava giornata del Decamerone.

Il rizoma essiccato, generalmente commercializzato in polvere, è impiegato come spezia in cucina e nella preparazione di liquori e bibite (in particolare del Ginger ale) come aromatizzante. Ha proprietà stimolanti la digestione (stomachico), stimolanti la circolazione periferica, antinfiammatorie ed antiossidanti, e si ritiene tradizionalmente contribuisca alla conservazione ed all'esaltazione dei sapori delle pietanze cui è solitamente associato. Il rizoma possiede una evidente azione antinausea, antiemetica (contro il vomito), antipiretica e antiinfiammatoria[2].

Lo zenzero è sulla lista delle sostanze "genericamente considerate salubri" della FDA Statunitense, anche se ha delle controindicazioni se utilizzata insieme ad alcuni medicinali. Lo zenzero è sconsigliato per le persone che soffrono di calcoli biliari perché il vegetale stimola il rilascio di bile dalla cistifellea.[3]
Lo zenzero può anche diminuire il dolore causato dall'artrite alle articolazioni, anche se gli studi sull'argomento sono incoerenti; inoltre può avere proprietà anticoagulanti, e abbassare il colesterolo, il che può renderlo utile per il trattamento di cardiopatie.[4]


Cura per la diarrea
Le sostanze contenute nello zenzero sono attive contro una forma di diarrea che è uno dei principali fattori di mortalità infantile nelle nazioni in via di sviluppo. Lo zingerone è probabilmente il componente attivo contro l'Escherichia coli, ovvero la diarrea nella sua forma sensibile al calore e indotta da enterotossine.[5]

Cura per la nausea
Lo zenzero, in numerosi studi, si è dimostrato efficace per il trattamento della nausea causata dal mal di mare, dalla gravidanza, e dalla chemioterapia. Gli effetti antinausea e antivomito degli estratti etanolico ed acetonico del rizoma sono stati dimostrati sperimentalmente sul cane come rimedio agli effetti collaterali del trattamento con il farmaco antitumorale cisplatino[6].

Usi nella medicina popolare
Ci sono una gran varietà di usi per lo zenzero, nella medicina popolare. Il tè di zenzero è un rimedio per il raffreddore. Tre o quattro foglie di basilico sacro, insieme ad un pezzetto di zenzero a stomaco vuoto, sono una cura efficace per congestione, tosse e raffreddore. Il Ginger ale e la birra di zenzero sono stati raccomandati come "calmanti per lo stomaco" per generazioni, nelle nazioni dove tali bevande vengono prodotte, e l'acqua di zenzero era comunemente usata per evitare i crampi da calura, negli Stati Uniti. Lo zenzero è stato inoltre storicamente usato per trattare le infiammazioni, come confermato da diversi studi scientifici, anche se un caso specifico di artrite mostrò che lo zenzero non era meglio di un placebo o dell'ibuprofene.[4] La ricerca sui topi di laboratorio suggerisce che lo zenzero potrebbe essere utile per il trattamento del diabete[7][8].

Uso PER GLI SPORTIVI
Alcuni ricercatori statunitensi della Georgia State University hanno pubblicato gli esiti di una ricerca sulle pagine della rivista Journal of Pain. La radice vanterebbe anche la proprietà di ridurre i risentimenti e i dolori muscolari dopo uno sforzo fisico intenso.
Per dimostrarlo, gli scienziati americani hanno messo alla prova 74 adulti, sottoponendoli a una serie di faticose attività fisiche e dividendoli in due gruppi. Al primo hanno offerto un'integrazione dietetica a base di zenzero crudo o cotto per un totale di 2 grammi al  giorno, al secondo solo un placebo. Sia cotto che crudo, lo zenzero si è rivelato in grado di ridurre il dolore muscolare del 24%.
Secondo Christopher D. Black, responsabile del Dipartimento di Kinesiologia della Georgia State University, “il consumo quotidiano della radice comporta una riduzione dei dolori acuti dopo attività che possono provocare traumi muscolari”. Lo stesso gruppo di ricercatori è intenzionato a proseguire lo studio sulle proprietà dello zenzero per verificarne l'efficacia anche come antinfiammatorio per l'intero organismo e non solo a livello muscolare.
[9]


FONTI

  1. Tisana allo zenzero. Cose Fatte In Casa.
  2. Vohora, S.B. and Dandiya, P.C., 1992. Herbal analgesic drugs. Fitoterapia 63:195–207.
  3. Antoine Al-Achi, A Current Look at Ginger Use. URL consultato il 2 agosto 2007.
  4. University of Maryland Medical Centre, Ginger, 2006. URL consultato il 2 agosto 2007.
  5. Chen, Jaw-Chyun; Li-Jiau Huang, Shih-Lu Wu, Sheng-Chu Kuo, Tin-Yun Ho, Chien-Yun Hsiang (2007). Ginger and Its Bioactive Component Inhibit Enterotoxigenic Escherichia coli Heat-Labile Enterotoxin-Induced Diarrhoea in Mice. Journal of Agricultural and Food Chemistry 55 (21): 8390–8397. DOI:10.1021/jf071460f.
  6. Sharma SS, Kochupillai V, Gupta SK, Seth SD, Gupta YK., 1997 Antiemetic efficacy of ginger (Zingiber officinale) against cisplatin-induced emesis in dogs. J Ethnopharmacol. 57(2):93-96.
  7. Al-Amin, Zainab M. et al. (2006). Anti-diabetic and hypolipidaemic properties of ginger (Zingiber officinale) in streptozotocin-induced diabetic rats. British Journal of Nutrition 96: 660–666. DOI:10.1079/BJN20061849. URL consultato in data 5 novembre.
  8. Afshari, Ali Taghizadeh et al. (2007). The effect of ginger on diabetic nephropathy, plasma antioxidant capacity and lipid peroxidation in rats. Food Chemistry 101 (1): 148–153.DOI:10.1016/j.foodchem.2006.01.013. URL consultato in data 5 novembre.
  9. Fonte 
"Un viaggio di mille miglia comincia sempre con un primo passo" - Lao Tzu -