Le persone che soffrono di e chi fa le ore piccole dormendo cinque ore, o meno, a note hanno un rischio maggiore di contrarre qualche malattia legata all'apparato cardiovascolare.
Questa è la conclusione di uno
studio realizzato presso l'Università di Warwick in collaborazione con
l'University College di Londra.
I risultati della ricerca sono stati presentati
dal professor Francesco Cappuccio, uno degli autori dello studio, in occasione
del congresso della British Sleep Society (Cambridge - Settembre 2007).
La ricerca, che ha avuto una durata totale di 17 anni, ha
esaminato i profili del sonno di 10.308 dipendenti pubblici con un'età compresa
fra i 35 e i 55 anni. Durante il periodo di osservazione sono stati richiamati
per alcune visite di controllo due volte, tra il 1985 ed 1988 e tra il 1992 e
1993. I ricercatori, una volta scremati i dati tenendo conto di vari fattori
come l'età, il sesso, lo stato civile, la professione, ecc., hanno concluso che
chi riduce il sonno da sette a cinque ore a notte ha un rischio anche doppio di
incorrere in un problema cardiovascolare fatale, rispetto a chi dorme, come
suggerito, sette ore a notte.
Questa ricerca è particolarmente importante in quanto per la
prima volta si è dimostrato scientificamente una correlazione fra sonno-veglia
e mortalità per malattie cardiache. Anche se bisognerà condurre ulteriori studi
per comprenderne i motivi, si ipotizza che il sonno possa incidere
negativamente sulla pressione sanguigna considerata la prima responsabile delle
malattie cardiovascolari.
Il professor Francesco Cappuccio evidenzia che i problemi
legati al sonno sono tipici delle società industriali, ci sono maggiori casi di
insonnia ma a volte è una scelta volontaria che spesso è dovuta al taglio delle
ore di sonno per avere più tempo da dedicare allo svago o al lavoro a turni,
situazioni che portano a astenia, stanchezza e sonnolenza eccessiva durante le
ore diurne.
La salute però non ne risente solo se si dorme poco,
Cappuccio fa notare che anche le persone che dormono abitualmente più di otto
ore a notte presentano dei rischi di morte ugualmente superiore di due volte.

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