CIBO, PSICHE E COMPORTAMENTO ALIMENTARE

..noi siamo quello che mangiamo..
Il cibo che introduciamo, le sostanze di cui è fatto e il modo nel quale è cucinato andranno a formare nuove cellule del nostro organismo, che costituiranno gli organi, i tessuti, gli apparati. Ma questo non accade solo a livello fisico.
Il cibo è nutrimento della mente e dello spirito rivestendo molti significati affettivi, emotivi, sociali e simbolici.

Cibo come nutrimento della propria Identità

Il cibo è nutrimento e il nutrimento permette la crescita. Sì ma, in che direzione? 
Non è una domanda semplice e non c'è neppure una risposta univoca, perché nella risposta è implicita l'Identità di ognuno di noi. 
Il cibo è strettamente legato alla storia di tutti noi, assumendo valori simbolici ed emotivi diversi in ogni fase evolutiva: la nascita, l'adolescenza, l'età adulta.  In ognuna di queste il cibo offre piacere, gratificazione e sostegno alla nostra Identità, ai nostri bisogni e desideri. 

PRIMO PIACERE

Cibarsi è la primissima esperienza piacevole che l’uomo prova appena nato. Questa esperienza è legata ad una profonda sensazione di benessere, di pace, di abbandono che ognuno di noi ha provato ed è rimasta impressa profondamente nella nostra mente. Nel momento della poppata, archetipo di tutte le esperienze di nutrimento, si differenzia anche un’altra esperienza: quella affettiva. E’ una sensazione unica, indefinita, fisica e psichica contemporaneamente, favorita dal comportamento della madre che avvolge, nutre, protegge, coccola; il movimento della poppata al seno rappresenta la prima importante occasione per la costruzione dello SCHEMA CORPOREO.
Il piacere di cibarsi è legato a sensazioni fisiche, quali il portare dentro, l’incorporare, il riempire il vuoto, il possedere.
La bocca poi grazie alle innumerevoli terminazioni nervose e sensoriali è una delle parti più erotogene del corpo.
A volte però il rapporto con il cibo non va nella direzione della crescita: questo si verifica quando noi stessi non andiamo nella direzione del nostro Sé autentico. 
In questo post voglio cercare di approfondire i significati simbolici ed emotivi del cibo in rapporto al corpo ed all'immagine di Sé.  Capire di quali desideri, bisogni, relazioni abbiamo fame è la strada maestra per soddisfare il nostro appetito di BenEssere. 

L’alimentazione è un bisogno primario, vitale

Rappresenta un interesse fondamentale per ogni individuo e condiziona la vita, dalla nascita alla vecchiaia.
I gesti, le informazioni, le abitudini che riguardano l’alimentazione possono essere considerati tra gli elementi fondanti della personalità umana. 
La necessità alimentare è sempre stata, dal punto di vista evolutivo, la spinta più importante nella storia del genere umano, prima permettendo all'uomo di emergere tra le altre specie viventi, poi spingendolo ad un costante adattamento nei confronti della natura.
L’istinto principale che ci spinge a mangiare è quello biologico, mantenuto dal peso e dall'immagine del nostro corpo. Tale istinto si manifesta attraverso una sensazione periodica che ci motiva ad introdurre sostanze nell'organismo.
Il nostro corpo possiede un “orologio interno” che sa e si occupa di mantenere il nostro peso ideale in base all'altezza e alla costituzione. Ma questo meccanismo è influenzato da fattori esterni perché, di fatto ingeriamo più calorie di quelle che consumiamo. In poche parole è come se anziché mangiare per vivere, vivessimo per mangiare! Infatti…mangiamo quando siamo abbattuti per “tirarci su il morale”, quando siamo annoiati per “riempire le nostre giornate”, quando siamo felici “per premiarci” ecc…

IL CIBO COME ESPERIENZA INTERPERSONALE

La funzione alimentare non rappresenta solamente il comportamento relativo alla nutrizione, ma anche quella di un’esperienza interpersonale che implica significati emotivi, affettivi, intellettivi per tutte le età.


Il cibo non è soltanto ciò che calma la sensazione di fame e che contemporaneamente consente un piacere orale e fisico che soddisfa l’odorato o il gusto, ma … ulteriori peculiarità fanno del cibo uno stimolo tale da coinvolgere altri sensi quali la vista e il tatto.


I comportamenti, come il mangiare, vengono definiti atti consumatori e si verificano con frequenza e periodicità.  Questi comportamenti costituiscono una parte importante del repertorio di comportamento globale di un organismo e si verificano ciclicamente.  Questo significa che in un dato momento l’organismo manifesta un forte e persistente “interesse” per il cibo, mentre in altri momenti lo considera con indifferenza. 
Il comportamento alimentare è un processo complesso perché l’efficienza nutritiva è data dall'assunzione equilibrata di molti alimenti, infatti non esistono alimenti o cibi che presi singolarmente siano capaci di soddisfare completamente i bisogni nutritivi dell’organismo.
L’individuo non ha innato lo stimolo fisiologico o istintivo per prevenirsi dalla malnutrizione, ha a sua disposizione il senso del gusto, ma non può contare solo sul sapore dei cibi come sicura giuda per una corretta alimentazione. Quindi le interpretazioni di tutte le sensazioni fisiologiche della fame ci indicano che l’alimentazione è un atto sociale, appreso, di natura cognitiva.
E questo si evince dalle abitudini. 

L’ABITUDINE: 

  • è la somma di tutte le attitudini, delle idee, delle esperienze e delle scelte di una famiglia, di una cultura, di una società
  • è una condizione che ci porta a decidere sugli acquisti, sulle quantità e sulle modalità di cibo da assumere giornalmente
  • ci porta a considerare “interessanti” determinati cibi attraverso il ricordo, gli odori, le atmosfere… 

Il comportamento alimentare assume caratteristiche e significato culturale, infatti il bisogno o l’atto di alimentarsi pur essendo un comportamento istintivo, scaturisce dal contesto esistenziale a cui apparteniamo.

LE ABITUDINI ALIMENTARI SONO COLLEGATE A FATTORI DI ORDINE ANTROPOLOGICO, CULTURALE ED ECONOMICO quali: 

  • disponibilità del cibo in rapporto alle diverse aree geografiche
  • selezione degli alimenti in base alle necessità della popolazione di soddisfare le proprie esigenze nutritive
  • modello socioculturale di bellezza e di benessere psicofisico
  • tradizioni e rituali legate al momento del pasto e simbolismo relativo a certi alimenti 
  • condizionamenti esterni come la pubblicità, capaci di orientare i consumi proponendo “modelli di massa”.

Questo ci porta, quindi, a parlare di alimentazione non solo come fatto fisiologico, culturale, ma a metterne in luce la valenza psico-sociale, gli aspetti emotivi . Il cibo è presente, come simbologia, nella vita sociale e di relazione. 

IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE QUALE COMPONENTE PSICO-SOCIALE

Nell'era della globalizzazione il rapporto con il cibo appare contraddittorio e sempre più condizionato dalla cultura.

BISOGNI: Per non perdere il proprio senso di identità. E’ il bisogno delle persone straniere emigrate a mantenere le abitudini alimentari e di cucinare e conservare il cibo della propria patria.

MITI: Luoghi comuni che sono potenziati o rinforzati dalla pubblicità:
  • l'abbondanza del cibo è sentita non solo come abbondanza, ma anche come sentimento di sicurezza
  • dopo essersi rifocillati ci si sente appagati e anche ottimisti
  • in alcune situazioni di tensione, ansietà emergono golosità, come tentativo di riempire quella sensazione di vuoto che l’ansietà stessa ci provoca 
  • tendenza a fare grandi provviste di cibo prima di un viaggio. 
Il cibo acquisisce, anche nel rapporto interpersonale il valore simbolico dell’affetto dell’amore: ai nostri amici offriamo “inviti a cena”, per la famiglia, la coppia l’essere riunita ad una tavola ben apparecchiata e il creare e mantenere un clima sereno è un segno di affetto, simbolo di sentimento di appartenenza , il momento del pranzo diventa un’occasione e un’opportunità per comunicare avvenimenti, decisioni, ..
Inoltre il momento del pasto in famiglia è uno dei momenti privilegiati attraverso il quale si trasmettono valori, tradizioni e abitudini.  Il momento del pasto in famiglia si modifica e affronta le tappe evolutive del ciclo di vita della famiglia nei suoi momenti di crescita, di conflitti e di scontri. 
Il solo fatto di essere posizionati nello spazio intorno alla tavola in cui tutti, bene o male, si guardano in viso è condividere un momento molto forte…

IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE QUALE COMPONENTE PSICOLOGICA INTERPERSONALE

Oltre ai valori simbolici generali, il cibo assume significati simbolici strettamente personali che scaturiscono dalle esperienze individuali. Il processo dell’alimentazione è al centro della vita emotiva della prima infanzia e tutto il mondo del bambino vi gravita attorno con le sue emozioni più importanti: il piacere il dispiacere, la soddisfazione, l’ansietà, i sentimenti, le modalità di esprimere amore e rabbia. Ognuno di noi associa delle emozioni a particolare cibi; evochiamo ricordi di cibi e situazioni che derivano dalla nostro storia (..sapore del pane..dei mandarini..)

Ognuno di noi ha quindi provato questa esperienza ed ha memorizzato questa associazione: 

Mangiare = sensazione di benessere

Poiché nel momento in cui ci nutriamo noi sperimentiamo anche emozioni e sentimenti 

Sono nutrito = sono amato = sono tranquillo

Legate a questo vissuto si strutturano esperienze legate alla tolleranza dell’attesa del cibo, al bisogno esasperato o al rifiuto di alcuni cibi, alla modalità e alle abitudini di assunzione del cibo come la cultura del fast-food, del “pasto in piedi”, del pranzo e televisione.
Nella nostra cultura il cibo è catalizzatore di tutte le emozioni; è un MODO POSITIVO di esprimere gioia, amore, accettazione oppure un MODO NEGATIVO di esprimere senso di colpa, corruzione, paura, rifiuto. 
Viviamo uno stato d’ansia?  Mangiamo di fretta senza assaporare il cibo.
Viviamo una “fame emotiva”? Mangiamo perché il cibo è li a portata di mano, pronto per ogni occasione talmente presente che non sappiamo più distinguere tra fame e voglia…

Cibo:  

1. oggetto 
2. bisogno 
3. dono d'amore (paradigma dell'amore) 
4. incontro con Altro (bocca)  
5. situazione duale (Io - Altro) 
6. piacere (paradigma del piacere) 
7. colpa 
8. dipendenza 
9. domanda e linguaggio 
10. oggetto perduto 
11. incontro con la Legge, lutto, limite, mancanza, vuoto (nel corpo). 
12. motivo d'odio (paradigma dell'odio) 
13. desiderio (perdita ' mancanza ' desiderio) 
14. moto della pulsione

Cibo e sesso sono fonti prioritarie per la sopravvivenza umana: senza nutrirsi e riprodursi l’uomo non esisterebbe. Entrambe queste azioni permettono la circolazione dell’energia vitale nell’organismo. 
Mangiare vuol dire incorporare, assimilare, anche in senso ideale, le caratteristiche proprie degli alimenti che diventano parte dell’individuo, ma anche “mordere la vita”, “assaggiare il mondo”. 
Gli uomini diventano “forti” o “deboli” a seconda del cibo forte - debole che assumono; e la tendenza ad attribuire poteri magici a parti del corpo di cui ci si nutre è una delle caratteristiche più diffuse della mente primitiva , secondo il principio di analogia che ritroviamo per altro in molte medicine tradizionali e naturali: il cannibale mangia il cervello o il cuore del nemico per assimilarne a forza o il coraggio.

ASCOLTIAMOCI…E RISPETTIAMOCI

Ascoltare i segnali interni e differenziarli: fame, sazietà, dolore, stanchezza, rabbia, tristezza 
Capirli: hai fame?, non hai fame o sei triste? Sei sazio? Cosa ti ha fatto intristire? 
Rispettarli: “va bene così!” 
E’ naturale, è normale essere a volte stanchi o arrabbiati, tristi o essere affamati anche se non ci si trova nelle ore dei pasti stabiliti 
Soddisfarli: “ a domanda….. rispondo”, dare risposte coerenti allo stimolo “ se sono stanco …. mi riposo” “ se sono arrabbiato…… rispondo con un tono brusco” “ se sono affamato …..mangio”

Se usiamo il cibo come ricompensa mettiamo in relazione il cibo con gli affetti e le emozioni.

i "gusti" secondo la Dietetica Cinese
applicazione pratica della Dietetica Cinese

Se ci sentiamo soli e tristi, mangiare un cibo che ci piace tanto, ci fa sentire meglio e rispondiamo quindi ad un’emozione con il mangiare.


Questi “disturbi”  finiscono col modificare il nostro peso corporeo in modo stabile o “fluttuante” a seconda del nostro grado di preoccupazione ed interesse verso il nostro aspetto fisico e verso diete basate fondamentalmente solo su principi di rinuncia.


continua...

IL CIBO COME COMPENSAZIONE EMOTIVA:
10 CONSIGLI PRATICI PER RIMETTERSI IN REGOLA


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"Un viaggio di mille miglia comincia sempre con un primo passo" - Lao Tzu -