MAL DI SCHIENA : repetita iuvant!

Il "mal di schiena" è una sintomatologia dolorosa che coinvolge zonalmente, "a blocchi", o integralmente il rachide; è molto diffuso e, allo stesso tempo, è spesso trascurato e sottovalutato. 
Come riportato dalle Linee Guida Italiane, il mal di schiena coinvolge oltre 15 milioni di persone: è il disturbo osteoarticolare più frequente, rappresentando, dopo il raffreddore, una delle patologie più comuni ed è la prima causa di assenteismo dal lavoro (seguita dal mal di testa) ed è la seconda causa di invalidità permanente.
Il mal di schiena insorge prevalentemente nella fascia di età tra i 30 e 50 anni, comportando per la società altissimi costi sia economici per cure mediche ed esami strumentali, sia sociali con riduzione della produttività causata dalle assenze lavorative.
8 persone su 10, almeno una volta nella loro vita, ne hanno subito le conseguenze: eppure, solo la metà circa delle persone che ne soffrono si rivolge a un medico.

QUALCHE INFORMAZIONE GENERALE

Il mal di schiena si presenta come una manifestazione dolorosa più o meno intensa e continua, localizzata in differenti parti del corpo. Si parla di...
  • CERVICALGIA quando ci si riferisce ad un dolore al rachide cervicale.
  • DORSALGIA quando ci si riferisce ad un dolore nella regione toracica.
  • LOMBALGIA quando ci si riferisce ad un dolore nella regione lombare.
  • LOMBO-SCIATALGIA quando ci si riferisce ad un dolore che coinvolge anche il nervo sciatico (il dolore si manifesta anche sui glutei e sulla faccia posteriore dell'arto inferiore).
  • LOMBO-CRURALGIA quando ci si riferisce ad un dolore che coinvolge anche il nervo femorale (il dolore si manifesta nella faccia anteriore dell'arto inferiore).

LA CAUSE

Possono essere divise in 3 categorie:
  1. Degenerative quando coinvolgono le strutture ossee ed articolari e sono il frutto di errate abitudini (artrosi, ernia del disco, scoliosi, ecc.).
  2. Traumatiche quando sono causate da traumi ossei o muscolari accidentali (es. movimenti errati).
  3. Psicologiche quando il disturbo "fisico" è una manifestazione di una somatizzazione legata ad un'errata gestione dello stress.
Altre volte, il mal di schiena può essere completamente slegato dalle cause sopra citate, ma derivare da malattie dell'apparato gastrointestinale o del cavo orale, come la "calcolosi renale" o il "reflusso gastroesofageo", o, ancora, da problemi a carico della mandibola o dei denti (per via di una cattiva masticazione o occlusione) o, in casi rarissimi da patologie vascolari (aneurisma dell’aorta).
È bene evitare di preoccuparsi e di sottoporsi a inutili trattamenti o analisi. In questi casi, è preferibile rivolgersi al medico, che valuterà come agire, dopo una visita più approfondita.


COME SI COMBATTE IL MAL DI SCHIENA

La prevenzione è il mezzo migliore per poter combattere il mal di schiena. Ciò presuppone un'attenzione quotidiana alla postura e agli atteggiamenti assunti, contrastando così il dolore causato da scorrette abitudini di vita.
È opportuno effettuare, con una certa costanza, esercizi fisici che possano rinforzare ed aumentare la muscolatura e migliorare o correggere i difetti posturali.
Mantenere il proprio peso forma e soprattutto il corretto rapporto tra massa magra e grassa aiuta ad evitare sovraccarichi e sforzi inutili.



IL MAL DI SCHIENA PASSA CON L'ESERCIZIO FISICO

Gli studi più recenti dimostrano che, contrariamente a quanto si è sempre ritenuto, il miglioramento è più rapido se, compatibilmente con l’intensità del dolore, si mantengono le normali attività e con una pratica motoria costante e regolare nel tempo, evitando di mettersi a letto. L’immobilità è, infatti, controproducente per la struttura muscolare.
Secondo una recente revisione da parte della Sydney Medical School dell’Università Australiana di Sydney gli esercizi riducono il rischio di mal di schiena di circa il 35%, una percentuale che migliora ulteriormente se alla ginnastica specifica si associa una buona rieducazione comportamentale, riducendo del 45% i rischi di recidive.

"Come già sottolineato lo scorso anno dalla North American Spine Society (Nass), nella lombalgia si devono evitare prescrizioni inutili di esami diagnostici, inappropriati e dispendiosi, come Risonanza Magnetica Nucleare nelle prime sei settimane di mal di schiena acuto aspecifico" racconta la dott.ssa Monia Lusini, specialista di ISICO. "Da ricordare, come ormai si ripete da anni, non bisogna mettersi a riposo: la sedentarietà non favorisce la scomparsa del dolore".
Spesso il dolore scompare "naturalmente" grazie a qualche semplice accorgimento (miglioramento della qualità del riposo, aumentando l'idratazione bevendo qualche bicchiere d'acqua in più, e facendo qualche esercizio) entro qualche giorno. Ma se la sintomatologia dovesse persistere anche oltre le 6 settimane potrebbe essere utile una visita specialistica: in tal caso sarà lo specialista in base all'esame obiettivo a valutare se necessario o meno la richiesta di esami diagnostici.

E' fondamentale ricordarsi che LA SOLA RIEDUCAZIONE COMPORTAMENTALE NON E' SUFFICIENTE A PREVENIRE IL MAL DI SCHIENA.
E soprattutto che L'UTILIZZO DI FASCE LOMBARI, BUSTI, CORSETTI E PLANTARI NON HANNO ALCUNA VALENZA NE' EFFICACIA: il nostro corpo è fatto per muoversi, pertanto la migliore prevenzione e cura è data dalla attività fisica sia aspecifica (praticare regolarmente sport) che specifica (esercizi mirati), associati a una buona educazione comportamentale spesso dettata dal buon senso, ma molto spesso sottovalutata.
Come dire che la soluzione più semplice è proprio quella giusta in questo caso: non dobbiamo ricorrere a nulla di strano per prevenire il mal di schiena.
  • Non servono solette o plantari da utilizzare nelle calzature; 
  • non sono necessarie fasce lombari di supporto che limitino il lavoro muscolare; 
  • non sono utili sedie e/o materassi particolari.
Per allontanare il mal di schiena bastano qualche esercizio specifico al giorno e una manciata di regole comportamentali. Gli esercizi specifici devono essere rivolti al rinforzo dei muscoli del tronco, sia nella porzione anteriore che posteriore, per assicurare maggiore stabilità alla colonna, sia nei movimenti che durante il mantenimento di posture statiche. Nello stesso tempo, gli esercizi devono garantire una buona elasticità della colonna, lavorando SIA sull'allungamento muscolare e sulla mobilizzazione del tronco CHE sull'IMMEDIATO potenziamento. 

Quali esercizi possiamo fare?
Non esistono esercizi che vanno bene per tutti. 
Per l’impostazione e la scelta di questi esercizi è necessario affidarsi ad un professionista che, dopo un’accurata valutazione, insegnerà al cliente/paziente gli esercizi più adatti da eseguire quotidianamente.
Queste per esempio sono le basi del MIO modo di lavorare:
  1. VALUTAZIONE 
  2. PERSONALIZZAZIONE 
  3. DIMOSTRAZIONE 
  4. ADATTAMENTO
  5. CONTROLLO 
  6. SICUREZZA  
  7. MONITORAGGIO 
  8. PROGRESSIONE
  9. FEEDBACK
  10. INSEGNAMENTO PER L'AUTOGESTIONE DEL/DELLA CLIENTE

Ecco qualche buon consiglio per modificare le abitudini quotidiane:
  • evitare le posizioni ferme mantenute a lungo
  • se si lavora seduti a una scrivania alzarsi spesso (ogni 20-30 minuti)
  • quando si sta seduti, appoggiate bene la schiena allo schienale mantenendo la fisiologica lordosi lombare 
  • mantenersi il più possibile in movimento, anche camminando o andando in bicicletta per i tragitti medio-brevi, facendo le scale invece di prendere l’ascensore
  • eseguire con regolarità un’attività fisica almeno 2 volte a settimana facendo ANCHE SOLLEVAMENTO PESI ED ESERCIZI CONTRO RESISTENZA: consente di rendere i muscoli della colonna più efficienti, di rinforzare le ossa e di stimolare la produzione di endorfine, sostanze che ci aiutano a ridurre la sensazione dolorosa
  • evitare gli sforzi localizzati, per esempio piegando le gambe e non la schiena per sollevare un peso o effettuare un’azione verso il basso (rifare il letto, lavarsi i denti…)


I MIORILASSANTI FUNZIONANO?


La lombalgia è una patologia complessa. Le cause del dolore sono molteplici, così come sono svariati i fattori coinvolti nel generare e mantenere costante nel tempo il dolore.
Il primo approccio terapeutico punta a ridurre il dolore, per garantire un precoce ripristino delle normali attività della vita quotidiana e prevenire il dolore cronico.

Apro una parentesi doverosa: ci può essere una postura "anomala e scorretta" ma qualsiasi intervento va preso in considerazione SOLO in presenza di dolore... Per alleviare un dolore intenso, persistente e che limita le attività della vita quotidiana, è opportuno far ricorso ai farmaci.

Ma esiste una pillola magica che fa scomparire il dolore ed evita che questo si ripresenti?

Chi ha provato, almeno una volta nella vita, il dolore alla schiena desidera la scoperta di una portentosa medicina che faccia scomparire dalla faccia della terra il dolore lombare: purtroppo questa magica pillola non esiste!

Tra i fattori coinvolti nel dolore si ipotizza che le contratture muscolari possano avere un ruolo. Da qui nasce l'idea di associare ai farmaci antiinfiammatori dei farmaci con effetto rilassante sulla muscolatura.
E' stata pubblicata di recente una revisione della letteratura scientifica che ha indagato l'efficacia dei farmaci, ad effetto rilassante, sui pazienti con dolore lombare acuto.
Fanno parte della categoria dei rilassanti muscolari varie classi di farmaci: il "Muscoril" è quello più prescritto insieme agli antiinfiammatori (sia tramite punture che in compresse).
Secondo gli autori di questa revisione proprio questo miorilassante molto diffuso è stato testato di recente in alcuni studi, che hanno dimostrato una efficacia nella riduzione del dolore nel paziente con lombalgia.
Tra gli altri farmaci ci sono anche quelli comunemente usati per l'ansia, perchè hanno anche un effetto miorilassante (altre a quello anti-ansia). In alcuni casi questi farmaci ansiolitici vengono sistematicamente prescritti ai pazienti con lombalgia: ma la revisione della letteratura non riporta alcuna efficacia sul dolore. 
In tutte le forme di dolore persistente per mesi (dolore cronico) questi farmaci non sono mai stati testati. Ed è assolutamente da sottolineare che l'utilizzo di questi farmaci dovrebbe essere limitato a brevi periodi per non incorrere negli effetti collaterali.
L'articolo, pubblicato su European Journal of Pain, conclude che al momento, salvo poche eccezioni, la capacità di questa classe di farmaci di controllare il dolore (i miorilassanti) alla schiena resta dubbio. Di conseguenza sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio il ruolo di questi farmaci.

E ribadisco che il dolore lombare, nella maggior parte dei casi, si risolve da solo nell'arco di alcune settimane e, tra le terapie con efficacia dimostrata e certa vi sono gli esercizi di ginnastica posturale assistita in grado di prevenire le ricadute e la cronicizzazione del dolore. In quest'ottica i farmaci devono essere un aiuto alla ripresa delle attività e dei movimenti, perché più precoce è tale ripresa, minori sono i rischi di persistenza del dolore.


FONTI

Efficacy and tolerability of muscle relaxants for low back pain: Systematic review and meta-analysis.
Diagnosis and Treatment of Low-Back Pain Clinical Question ProtocolDiagnosis and Treatment of Adult Isthmic Spondylolisthesis. 
Evidence-Based Clinical Guidelines for Multidisciplinary Spine Care.
Technical Report.
Diagnosis and Treatment of Degenerative Spondylolisthesis (Revised 2014). 
Evidence-Based Clinical Guidelines for Multidisciplinary Spine Care.  
Technical Report.
Diagnosis and Treatment of Lumbar Disc Herniation with Radiculopathy. 
Evidence-Based Clinical Guidelines for Multidisciplinary Spine Care.
Technical Report.
Antibiotic Prophylaxis in Spine Surgery (Revised 2013).
Evidence-Based Clinical Guidelines for Multidisciplinary Spine Care.  
Technical Report.
Diagnosis and Treatment of Degenerative Lumbar Spinal Stenosis (Revised 2011).
Evidence-Based Clinical Guidelines for Multidisciplinary Spine Care.  
Technical Report.
Diagnosis and Treatment of Cervical Radiculopathy from Degenerative Disorders.
Evidence-Based Clinical Guidelines for Multidisciplinary Spine Care.
Antithrombotic Therapies in Spine Surgery
Evidence-Based Clinical Guidelines for Multidisciplinary Spine Care

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