Il LIPOSTATO (o "termostato" del grasso) e la DIETA CHETOGENICA
Molto spesso, nel tentativo di perdere grasso corporeo o aumentare la massa muscolare, si perde di vista il fatto che il nostro organismo sia molto intelligente, molto più di quanto pensiamo, e sicuramente più di "noi" che cerchiamo di prenderlo in giro a livello dietetico.
Questa "intelligenza dietetica" è detenuta da una piccola popolazione di neuroni all'interno del nostro cervello, che costituisce l'IPOTALAMO.
L'ipotalamo, per quanto riguarda il controllo metabolico, si comporta come un termostato per il nostro organismo, dove la variabile non è la temperatura ma il grasso corporeo: quando questo diminuisce, l'ipotalamo invia segnali per indurci a mangiare di più e a consumare meno tramite l'attività; quando aumenta, diminuisce la fame e aumenta la nostra energia nel fare attività quotidiane ed esercizio fisico.
In alcune condizioni, le cose non funzionano così bene: nelle persone obese, ad esempio, nonostante ci sia già tanto grasso, nonostante l'apporto calorico sia già molto elevato, l'ipotalamo spinge comunque a mangiare di più e a muoversi di meno.
Cosa fare, in questo caso?
Uno studio sui topolini (quando si parla di ipotalamo e neurobiologia sono ottimi esemplari per comprendere meccanismi che avvengono anche in quelle strutture cerebrali, nell'essere umano) ci viene in aiuto offrendoci una panoramica su come la composizione dietetica influisca sulla salute del nostro "lipostato".
Nello studio http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3817395 (High fat diet causes rebound weight gain) i Ricercatori hanno fornito diverse tipologie di dieta ai topolini, in due diverse modalità:
- Restrizione calorica.
- Accesso libero al cibo.
E' interessante notare come, tra i topolini che avevano libero accesso al cibo, perdevano peso quelli sottoposti a una dieta iperproteica ed ipoglucidica o CHETOGENICA. Quelli con dieta con carboidrati elevati, invece, ingrassavano.
Non solo, quando posti in restrizione energetica, prima perdevano peso ma poi lo recuperavano massivamente.
Cosa ancora più interessante, se nella dieta i grassi venivano ulteriormente elevati fino ad arrivare a una dieta chetogenica, i topolini perdevano nuovamente peso e mantenevano la perdita.
Non solo, quando posti in restrizione energetica, prima perdevano peso ma poi lo recuperavano massivamente.
Cosa ancora più interessante, se nella dieta i grassi venivano ulteriormente elevati fino ad arrivare a una dieta chetogenica, i topolini perdevano nuovamente peso e mantenevano la perdita.
A cosa può essere dovuto?
Secondo i Ricercatori, al fatto che una certa quantità di grassi produce infiammazione dell'ipotalamo (e quindi disregolazione delle sue funzioni), mentre la dieta chetogenica la riduce (http://www.nature.com/nm/journal/v21/n3/full/nm.3804.html).
Dallo studio:
"Questi dati supportano la visione che trattare l'obesità con la mera restrizione energetica non cura di per sé l'obesità, nonostante curi i sintomi associati all'aumento del peso corporeo. Sia la quantità di calorie assunte durante la restrizione che la composizione dietetica sono entrambi fattori importanti che influenzano il successo nel controllo del peso a lungo termine."
Quindi, concludendo:
- NON BASTA ridurre le calorie per dimagrire e per garantire la perdita di peso a lungo termine.
- Non bisogna, ripeto, NON BISOGNA mai mixare le cose pensando di ottenere effetti cumulativi! La dieta chetogenica è la dieta chetogenica, e funziona seguendo certe regole proprie del'induzione della produzione di corpi chetonici; se si pensa di aggiungere carboidrati in maniera scriteriata, si finisce col fare una dieta TROPPO elevata in grassi non chetogenica che potrebbe portare a conseguenze disastrose, per la forma fisica e per la salute! In un contesto "iperlipidico", zuccheri e carboidrati possono trasformarsi in un'arma tremendamente potente.
- In merito al punto 2, aggiungere carboidrati ad una dieta che di base era chetogenica deve essere fatto SOLO in presenza di un certo grado di ATTIVITA' FISICA, perché anche quest'ultima influisce sulla salute ipotalamica, riducendo il rischio di infiammazione del nostro "lipostato" (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2927536).
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